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Beauty of Japan: il Kyushu. Intervista a Tommaso in Giappone

Nell’ambito del progetto Beauty of Japan, sviluppato in collaborazione con JNTO (Japan National Tourism Organization), ci siamo impegnati a divulgare un approccio più sostenibile e consapevole al turismo in Giappone. Questo significa promuovere non solo periodi di viaggio alternativi alla primavera e all’autunno — stagioni meravigliose ma sovraffollate — ma anche destinazioni che vadano oltre la classica Golden Route (Tokyo, Kyoto, Osaka, Hiroshima).

Con questo spirito ho raggiunto Tommaso Rossi, conosciuto da tutti come Tommaso in Giappone. Tommaso vive nel Paese da oltre dieci anni, è sposato con Yuri e insieme vivono a Tokyo con la loro bambina, Miiwa Vittoria. Partner storico di Blueberry Travel, è uno dei divulgatori italiani più seguiti e apprezzati quando si parla di Giappone contemporaneo.

Con lui abbiamo avuto una lunga chiacchierata sul progetto Beauty of Japan e sul Kyushu, una regione meravigliosa che rappresenta la sintesi perfetta tra tradizione, natura e innovazione.

Introduzione al viaggio

  1. Tommaso, il GiappoTour Reiwa include sì Tokyo e Kyoto, ma gran parte dell’itinerario si svolge in zone fuori dalla Golden Route. Perché pensi sia importante scoprire anche questo “altro Giappone”?

Il Kyushu è una regione che merita assolutamente di essere scoperta, anche se spesso non rientra nelle mete di un primo viaggio. Per anni il turismo internazionale in Giappone si è concentrato quasi esclusivamente sulle grandi città della Golden Route: Tokyo, Kyoto, Osaka, Hiroshima… e poco più.

Con il tempo però ci si è accorti che il Paese ha molto altro da offrire. Il Kyushu, ad esempio, è un Giappone diverso: le sue città hanno tutto ciò che serve, ma si percepisce un ritmo più disteso, una quotidianità meno frenetica, un calore umano che sorprende.

Dal punto di vista turistico, qui si trovano paesaggi naturali straordinari, una cucina eccellente e tradizioni vive. Visitare il Kyushu significa accedere a un lato autentico e meno conosciuto del Paese, e il GiappoTour Reiwa nasce proprio per dare questa possibilità ai viaggiatori.

Kyushu e tappe principali

  1. Cosa ti ha colpito di più del Kyushu come regione, rispetto alle aree più turistiche di Honshu?

La cosa che più mi ha colpito sono state le persone. A Tokyo la vita è frenetica, la gente è sempre di corsa, e i rapporti sono un po’ più formali. Nel Kyushu invece ho trovato un’accoglienza immediata, fatta di sorrisi, curiosità, chiacchiere spontanee. La gente ti parla, ti aiuta, ti fa sentire il benvenuto. È una sensazione che non si prova ovunque in Giappone.

Questa giovialità, unita alla bellezza dei paesaggi e alle tradizioni locali, rende il viaggio molto più umano e memorabile.

 

  1. Okayama è stata la porta d’accesso al sud del Giappone nel tour: che atmosfera si respira rispetto alle grandi metropoli?

Okayama è una città che spesso viene trascurata, ma in realtà è perfetta come tappa di collegamento. Qui si respira un’atmosfera meno frenetica rispetto a Tokyo o Kyoto, ma comunque ricca di storia e bellezza.

Il Kōraku-en, uno dei tre giardini paesaggistici più belli del Giappone, è un luogo che lascia senza parole in ogni stagione. Accanto si trova il castello di Okayama, elegante e imponente. Una passeggiata che unisce questi due luoghi rappresenta l’essenza della città.

In più, Okayama custodisce una tradizione culinaria unica: il Bara-zushi, un chirashi nato per aggirare un’antica legge dello shogunato. Il risultato è un piatto colorato, ricco e assolutamente da provare.

 

  1. Beppu è conosciuta per i suoi onsen e gli “inferni” termali. Com’è stata l’esperienza dal vivo? Più turistica o ancora autentica?

Beppu è spettacolare: appena entri in città vedi ovunque sbuffi di vapore che salgono dal terreno, sembra di essere in un paesaggio da film. Gli “inferni” sono affascinanti: ogni sorgente ha caratteristiche proprie, dall’acqua rossa a quella color cobalto, fino a geyser che eruttano regolarmente.

Nonostante la notorietà, Beppu rimane autentica, perché la cultura termale fa parte della vita quotidiana della città. Qui si sperimenta anche una tradizione unica: la cucina al vapore geotermico, che utilizza proprio il calore della terra per cuocere i cibi. È un’esperienza che unisce gastronomia, natura e tradizione.

 

  1. Kumamoto e il suo castello sono spesso ignorati dai tour classici: qual è stato il momento più memorabile lì?

Kumamoto è stata una rivelazione. Il castello, ricostruito dopo il terremoto, è una delle fortezze più imponenti del Giappone. Ma ciò che mi ha colpito di più è stato il giardino Suizen-ji Jōju-en. Io non sono un grande amante dei giardini, preferisco l’architettura moderna, ma questo luogo è speciale. È una miniatura simbolica del Giappone, con colline, laghetti e scorci che cambiano a seconda delle stagioni. Ogni visita regala emozioni nuove.

 

  1. Dal punto di vista culturale, il Kyushu ha un ritmo, una cucina o una cordialità diversa dal resto del Giappone?

Sì, il Kyushu ha una personalità tutta sua. La cucina è eccezionale: a Fukuoka si deve assolutamente provare il tonkotsu ramen, con il suo brodo intenso, e il mentaiko, le uova di merluzzo piccanti. Ogni città ha le sue specialità, tutte legate alla tradizione locale.

E poi c’è la gente: più cordiale, più socievole. Mangiare in un piccolo ristorante qui è un’esperienza diversa, più conviviale. Questo spirito caloroso rende il Kyushu una regione davvero unica.

 

  1. Qual è stata la sorpresa più grande nel visitare quest’area così lontana dai circuiti tradizionali?

La mia sorpresa più grande è stata scoprire quanto il Kyushu sia moderno. Mi aspettavo una regione arretrata, più tradizionale e isolata, e invece ho trovato città dinamiche, come Fukuoka, con quartieri vivissimi come Tenjin, ricchi di negozi, ristoranti e vita notturna.

Questa convivenza tra tradizione e modernità, tra santuari antichi e grattacieli, rende il Kyushu straordinario e sorprendente.

Connessioni con la storia e la natura

  1. Visitare Hiroshima e Miyajima dopo aver esplorato il Kyushu: come cambia la prospettiva sul viaggio e sulla storia del Giappone?

Hiroshima è un luogo che non può mancare in un viaggio in Giappone. Visitare il Museo della Bomba Atomica è un’esperienza che segna profondamente e fa riflettere sulla storia recente e sul valore della pace.

A poca distanza c’è Miyajima, con il celebre torii sull’acqua e il santuario Itsukushima, uno degli scenari più iconici del Paese. È un’isola che unisce natura, spiritualità e tradizione. Con i gruppi ci fermiamo spesso anche a Okonomi-mura, un edificio dove si può assaggiare l’okonomiyaki nello stile tipico di Hiroshima. È un’esperienza che lega insieme storia, cultura e gastronomia.

 

  1. I paesaggi naturali del Kyushu — dalle montagne vulcaniche di Beppu alla costa — quanto hanno influenzato la tua esperienza complessiva?

Moltissimo. A Beppu, ad esempio, non c’è solo il fascino degli “inferni”, ma anche il mare, che regala panorami suggestivi. Una delle prime volte ho dormito in un hotel affacciato sulla costa, e ho provato una sensazione particolare: non posso dire che mi sentissi a casa, ma sicuramente percepivo un’atmosfera familiare, calda, diversa dalla Tokyo che vivo ogni giorno.

Questa combinazione di natura, mare e paesaggi vulcanici rende il Kyushu una regione di forte impatto emotivo.

 

  1. Hai avuto momenti in cui ti sei sentito veramente lontano dal turismo di massa? Puoi raccontarne uno?

Sì, durante il periodo del COVID, quando stavo lavorando all’itinerario del GiappoTour Reiwa. Mi trovavo a Kumamoto e decisi di visitare il tempio Honmyoji.

Appena sceso dal treno, ho iniziato a camminare verso la collina dove si trova il tempio. Per chilometri non ho incontrato nessuno. Era una sensazione stranissima: in quindici anni di vita in Giappone non mi era mai capitato di camminare così a lungo senza vedere anima viva. Ho persino pensato di essere in una candid camera!

Quel silenzio, quella solitudine, mi hanno fatto vivere un momento autentico e irripetibile, che ancora oggi ricordo con grande emozione.

Un messaggio per i viaggiatori

  1. Molti pensano che il Giappone “da vedere” sia solo la Golden Route. Cosa diresti per convincerli a spingersi oltre?

Capisco perfettamente chi, avendo poco tempo e magari un solo viaggio a disposizione, preferisce concentrarsi su Tokyo, Kyoto e poche altre mete classiche. Però bisogna anche dire che queste città sono diventate molto affollate, e che spesso rischiano di non trasmettere più quella autenticità che i viaggiatori cercano.

Per questo è importante guardare anche oltre. Il GiappoTour Reiwa nasce con questa idea: offrire itinerari diversi, che portino a scoprire luoghi sorprendenti, lontani dalle folle, ma capaci di regalare esperienze autentiche.

 

  1. Se dovessi consigliare una sola tappa di questo tour che rappresenta la bellezza nascosta del Giappone, quale sceglieresti e perché?

Direi Kumamoto. Amo Fukuoka, trovo Beppu affascinante, torno sempre con piacere a Hiroshima e Miyajima… ma Kumamoto ha per me un significato speciale.

È legata a quel ricordo unico di cui parlavo prima: camminare da solo verso il tempio Honmyoji, senza incontrare nessuno, in un silenzio irreale. In Giappone è qualcosa di rarissimo, quasi impossibile da vivere. Quel momento resterà per sempre uno dei ricordi più autentici e preziosi della mia vita qui.

 

Conclusione dopo la chiacchierata con Tommaso in Giappone

Il Kyushu si rivela, attraverso le parole di Tommaso, come un Giappone autentico e sorprendente: una terra di vulcani e giardini perfetti, di ramen fumanti e ospitalità calorosa, di città moderne e antiche tradizioni che convivono in armonia.

Se desiderate andare oltre i percorsi più battuti e scoprire un volto nuovo e genuino del Giappone, il GiappoTour® Reiwa è la scelta giusta.

Partite con Tommaso alla scoperta del Kyushu: il cuore autentico del Giappone vi aspetta.

Per approfondire, leggi anche il Diario di Bordo di Tommaso sul suo blog.

Federica Paradiso

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