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Gyeongju cosa vedere nella capitale millenaria del regno di Silla

Tutte le mete Blueberry Travel sono state visitate da noi più volte, e la Corea non fa certo eccezione. Certo, l’esperta di Corea è Giulia, che con la sua passione instancabile per questo Paese riesce sempre a trasmettere quanto sia affascinante. Ma proprio perché Giulia mi “ha fatto una testa così con Gyeongju”, non potevo resistere alla tentazione di andare a curiosare anche io. Volevo capire con i miei occhi cosa ci sia di così magnetico a Gyeongju, la città che tutti definiscono un museo a cielo aperto e da cui, Giulia dice che è impossibile non tornare innamorati.

Prima di raccontarti la mia passeggiata serale tra villaggi, osservatori e palazzi, voglio condividere anche come arrivare a Gyeongju, perché nonostante sia una delle città più affascinanti della Corea, non sempre è immediato capire quale sia il mezzo migliore. Io, ad esempio, ci sono arrivata con il treno veloce KTX da Seoul: due ore scarse di viaggio comodissimo, un libro in mano e fuori dal finestrino il paesaggio coreano che scivolava via.

Come arrivare a Gyeongju

Il modo più rapido e confortevole per raggiungere Gyeongju da Seoul è proprio il KTX. La corsa dura circa 2 ore, il costo si aggira intorno ai ₩45.000-₩50.000 a seconda della classe e della disponibilità, e si arriva alla stazione di Singyeongju, che si trova a circa 12 km dal centro città. Da lì puoi scegliere se prendere un bus (linee 50, 60, 61 e 700) oppure un taxi, che con circa ₩20.000 ti porta direttamente davanti al tuo hanok o al tuo hotel.

Un’alternativa è prendere un treno regolare, l’ITX, che impiega circa 5 ore da Seoul ma ha il vantaggio di arrivare direttamente alla stazione di Gyeongju, nel cuore della città. Il costo è intorno ai ₩30.000 (varia a seconda dei cambi). Devo essere sincera: non lo consiglierei, perché il tempo di percorrenza è davvero lungo rispetto al KTX, ma se vuoi risparmiare un po’ può essere una soluzione.

Infine, ci sono gli autobus di linea in partenza dall’Express Bus Terminal di Seoul. In condizioni di traffico normale, il viaggio dura circa 4 ore e il biglietto costa fra i ₩22.000 e i ₩39.000, a seconda del livello di comfort (standard, deluxe o premium). Non è una cattiva idea se preferisci muoverti senza cambi e arrivare direttamente in città, ma considera che il comfort non è paragonabile a quello del KTX.

Un viaggio nel cuore del regno di Silla

E così, in una calda serata d’estate, ho deciso di fare tutto a piedi. Sono partita dalla zona delle risaie, dove si trovava il mio hanok – la tradizionale casa coreana in cui ho dormito – e mi sono lasciata guidare dall’atmosfera sospesa che avvolge questa antica capitale.

Per più di mille anni, dal 57 a.C. al 935 d.C., Gyeongju è stata la capitale del regno di Silla, uno dei primi stati coreani. Qui sono nati alcuni dei monumenti più importanti della penisola e ancora oggi è la città con il più alto numero di siti riconosciuti patrimonio UNESCO in Corea. Non è esagerato dire che camminare per le sue strade significa fare un salto indietro nel tempo.

Il villaggio tradizionale di Gyochon

La mia prima tappa è stata il Gyochon Traditional Village, dove il tempo sembra essersi fermato. Non ho voluto seguire i suggerimenti né un percorso preciso: ho preferito vagare per le stradine senza meta, lasciandomi sorprendere dagli scorci improvvisi, dalle casette tradizionali e dai dettagli nascosti. È stato come un piccolo viaggio dentro al viaggio, fatto di casualità e di meraviglie inattese.
In una viuzza un po’ appartata ho trovato un ristorantino, quasi nascosto, dove ho assaggiato una ciotola fumante di bibimbap: riso bianco con verdure fresche, carne speziata, uovo e il tocco inconfondibile della salsa piccante. Il tutto accompagnato da una miriade di piccoli contorni, naturalmente con l’immancabile kimchi. Un’esperienza semplice, ma autentica, che mi ha fatto sentire parte della vita del villaggio.

Cheomseongdae, l’osservatorio delle stelle

Proseguendo a piedi, sono arrivata al celebre Cheomseongdae, l’osservatorio astronomico più antico dell’Asia orientale, risalente al VII secolo. Di notte, illuminato, è ancora più suggestivo. La sua struttura in pietra, composta da 362 blocchi – tanti quanti i giorni del calendario lunare – richiama il legame profondo che la dinastia Silla aveva con il cielo e con l’astrologia. Attorno si estende un parco ordinato, curato come un giardino zen, dove il silenzio è rotto solo dai passi dei visitatori affascinati.

Il Palazzo Donggung e lo stagno Wolji

Ho continuato verso il Donggung Palace & Wolji Pond, un tempo villa reale di svago per i principi di Silla. Qui la storia incontra la poesia: i padiglioni in legno si riflettono perfettamente nello stagno artificiale, creando un doppio gioco di prospettive che al tramonto diventa pura magia. È impossibile non fermarsi ad osservare le increspature dell’acqua che sembrano muovere le ombre degli antichi palazzi.
Un piccolo consiglio: per visitarlo occorre fare attenzione agli orari di apertura e chiusura, perché la suggestione serale è imperdibile ma non bisogna rischiare di arrivare quando i cancelli sono già chiusi.

La tomba del Re Michu

Camminando tra strade illuminate da lanterne ho raggiunto la tomba del Re Michu, uno dei primi sovrani della dinastia Silla. La sua sepoltura è racchiusa in un grande tumulo erboso, tipico di Gyeongju, che custodisce al suo interno camere funerarie in legno e pietra. Io l’ho visitata nella luce fioca della sera, quando la penombra iniziava ad avvolgere tutto: l’atmosfera era incredibilmente suggestiva, ma anche un po’ emozionante e quasi inquietante. Quei profili tondeggianti che spuntano nel buio incutono rispetto, come se la presenza del sovrano fosse ancora viva in quel luogo sacro.

Woljeonggyo, il ponte da fiaba

Infine, sulla via del ritorno, mi sono fermata al Woljeonggyo Bridge. Di giorno è già imponente, ma visto di notte lascia senza parole: le luci che ne sottolineano la struttura lignea lo trasformano in un’immagine da cartolina, da cui è difficile staccare gli occhi. Attraversarlo in silenzio, con il riflesso sull’acqua che amplifica la sua bellezza, è stata una delle emozioni più forti della mia serata.

Tra ristoranti tipici e street food

A rendere tutto ancora più speciale è stata l’atmosfera vivace delle strade, animate da piccoli ristoranti tradizionali e chioschetti di street food. Il profumo del tteokbokki piccante e degli hotteok dolci si mescolava nell’aria, invitando a una sosta golosa. È stato il modo perfetto per chiudere questa immersione nella città.

E quando, ormai a notte fonda, sono rientrata nel mio hanok, ho avuto la certezza che Gyeongju non è solo un luogo da visitare, ma un’esperienza che resta addosso.

Odio doverlo ammettere, ma Giulia aveva ragione… e in effetti lei ha sempre ragione quando si tratta di Corea!

Cosa vedrò la prossima volta

La mia serata a Gyeongju è stata intensa e indimenticabile, ma naturalmente non ho potuto vedere tutto. Ecco i luoghi che ho segnato per il mio prossimo viaggio:

  • Bulguksa Temple – uno dei templi buddisti più importanti della Corea, patrimonio UNESCO, famoso per le sue pagode in pietra, i padiglioni in legno e la sua atmosfera spirituale.
  • Seokguram Grotto – un tempio sotterraneo scolpito nella roccia, anch’esso patrimonio UNESCO, che custodisce una statua monumentale del Buddha rivolta verso il mare. È considerato un capolavoro assoluto dell’arte buddista in Asia orientale.

Sono sicura che la prossima volta Gyeongju riuscirà a sorprendermi ancora, proprio come ha fatto in questa prima visita.

E chissà, magari la prossima volta ci andremo insieme con un CoreaTour!

Ti è venuta voglia di provare questa esperienza?

Non resta che preparare la valigia!

Roberta Manis

 

Roberta Manis
Scritto da:
Roberta Manis
Roberta ha iniziato a viaggiare a 20 anni e da allora non si è più fermata dando sempre priorità alla scoperta del mondo. Ama il Giappone ed i mondi artici, il suo eroe è Ernest Shackleton ed è mamma di Aurora.
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