Viaggiatori o turisti? Veri viaggiatori? Finti viaggiatori? Scopritori del mondo low cost? Esploratori viziati o conoscitori radical chic?
Sui social è guerra tra modi, stili e filosofie di viaggio. In questo articolo non vogliamo esprimere giudizi sulle varie posizioni ma semplicemente offrire degli spunti di riflessione e, perché no, di discussione perché ormai sull’argomento si sono create delle vere e proprie fazioni, squadre… sette. Gruppi, forum e pagine in cui "o si viaggia come me, o devi vergognarti della tua scelta.".
Perché viaggiamo?
Cosa spinge ciascuno di noi a prenotare una esperienza che lo porti in un luogo e in una cultura diversa dalla propria? Alla base di questa scelta crediamo ci sia il desiderio di conoscenza, di confronto e talvolta la fame di arricchimento personale. A volte si è mossi invece da una passione che abbraccia la vita di tutti i giorni: la fotografia, l’arte o l’enogastronomia. C’è anche chi viaggia per poter dire di averlo fatto, cosa c’è di così sbagliato quando questo capita?
Quale che sia il motivo, ci si approccia alla scelta della destinazione in base al soddisfacimento dei propri desideri, delle proprie esigenze e soprattutto delle proprie necessità e possibilità.
Capita quindi che ci sia chi preferisce accedere ad un viaggio organizzato in ogni secondo, magari con servizi di lusso, e c’è chi invece sceglie di percorrere zaino in spalla il Paese ospitante organizzando alloggi, pasti e visite di volta in volta vivendo un'esperienza diversa. C’è chi invece sceglie ancora un’altra modalità, magari a metà tra queste due. Ed è proprio qua che, nei social, la discussione si infiamma perché ciascuno difende la propria modalità di viaggio gelosamente (talvolta selvaggiamente) non ammettendo alternative e quasi schernendo e ridicolizzando chi fa diversamente.
Ecco quindi che la fucina di luoghi comuni inizia e affermazioni come “i pensionati sul pullman” o “i poveracci con lo zaino” diventano spunti per discussioni che molto poco hanno di edificante e costruttivo.
Cosa piace davvero?
Mortificare una carovana di asiatici che in 10 giorni vede 4 paesi europei è davvero segno di lungimiranza?
Dire a chi sceglie Agenzie e Tour Operator di vergognarsi perché stanno buttando i soldi, significa davvero rispettare gli altri?
Denigrare chi viaggia low cost perché vuole il contatto con il Paese, ma poi non ne alimenta l’economia scegliendo modalità alternative è costruttivo?
Fermiamoci a pensare prima di parlare (e di scrivere)
Potremmo scoprire magari che un asiatico, dopo 5 anni di lavoro ininterrotto, ha deciso di regalarsi un viaggio che desidera da anni e preferisce farlo così: con un assaggio di tutto e senza dover pensare a nulla, nemmeno ad impostare la sveglia al mattino.
Magari potremmo scoprire che chi sceglie Tour Operator e Agenzie di viaggio lo fa perché non ha voglia e tempo di studiare le modalità di viaggio o perché vuole conoscere altri viaggiatori con gli stessi interessi dal momento che non ha nessun amico con i suoi desideri.
Potrebbe addirittura capitare di scoprire che chi viaggia zaino in spalla lo fa perché per tutto l’anno porta giacca e cravatta e ha necessità ed esigenza di provare una cosa diversa: più libera.
Dietro a ogni viaggio c’è una storia: e in effetti noi non siamo nessuno per giudicarla.
Ricordiamocelo ogni tanto, nella vita di tutti i giorni così come nel mondo dei viaggi.
Roberta - Mirtilla - Manis